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                               PINOCCHIO 2.0
    Viaggio nel Paese dei Balocchi nell’era del digitale

Liberamente ispirato a una delle più celebri pagine di Carlo Collodi

Rivolto a spettatori dai 5 ai 10 anni.

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Crediti

Regia e drammaturgia di Felice Ferrara e Helga Micari.

Con Felice Ferrara, Helga Micari, Riccardo Dell’Orfano.

Burattini e scenografie di Felice Ferrara e Helga Micari.

Musiche originali di Riccardo Dell’Orfano.

Produzione Teatrino Teatrò e Campo Teatrale

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Genere: teatro d'attore e di figura, con burattini fluorescenti

Durata: 50 minuti

Trama

Pinocchio è finalmente deciso a rigar dritto. Dopo un anno di studi intensi, ha guadagnato la sua prima promozione a scuola ed ora è ad un passo dal realizzare il suo più grande desiderio: diventare un bambino vero.

Eppure con il suo amico Lucignolo è attratto da un oggetto particolare, qualcosa di mai visto: è un portale che li proietta nel Paese dei Balocchi, una realtà virtuale ricca dei più moderni divertimenti, dei più mirabolanti intrattenimenti, ma anche delle più insidiose trappole. Perché quelli che erano i più grandi sogni dei due, qui sembrano sbiadire fino a cancellarsi nella memoria per lasciare il posto a falsi desideri…

Uno spettacolo che raccoglie la scommessa di inscenare la nuova tecnologia partendo dal classico dell’infanzia per eccellenza e sfruttando le tecniche del teatro di figura, allo scopo di riflettere sugli effetti di una esposizione prolungata ai nuovi media.

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Temi principali: DIPENDENZA DA INTERNET E ABUSO DEI NUOVI MEDIA

Dopo aver abbracciato in modo tanto entusiasta  tutte le nuove tecnologie digitali ed aver modificato con tanta fretta il nostro stile di vita, è forse venuto il momento di fermarsi per capire quanto le nostre esistenze siano cambiate; perché, si sa, i cambiamenti portano novità, ma comportano anche delle perdite. Cosa abbiamo dunque perso rispetto al passato? E soprattutto, cosa abbiamo tolto ai bambini di oggi di quanto abbiamo amato nella nostra infanzia?

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Con lo spettacolo Pinocchio 2.0 abbiamo voluto dare un nostro originale contributo a questa riflessione, partendo paradossalmente da un testo nato in un'epoca lontanissima da quella digitale, eppure a nostro avviso ancora validissimo per leggere in modo critico il nostro presente. Ci siamo concentrati in particolare sulla parte finale del romanzo, soffermandoci soprattutto sull'episodio del Paese dei Balocchi, un luogo che incarna bene lo spirito consumista: anche qui, infatti, si incoraggia la voracità e si spinge alla ricerca del piacere senza alcun limite. Il Paese dei Balocchi, infatti, non è tanto il regno del gioco, quanto il regno del gioco smodato, senza regole, senza orari e senza misure. Così la figura dell'uomo di burro che invita tutti i bambini a sperimentare questo paese dei balocchi dimenticando ogni senso del limite è simile al genitore permissivo e allo stesso tempo ai messaggi persuasivi inviati incessantemente dai mass media, e si contrappone nettamente alle figure del Grillo Parlante e della Fata dai capelli turchini, che possono invece rappresentare l’adulto positivo capace di impartire limiti e regole al bambino, senza paura di risultare odioso o noioso al bambino, perché non guidato da ansie narcisistiche, ma da un amore sincero che ha come unico interesse lo sviluppo e la crescita sana del bambino. Ecco quindi quale potrebbe essere il suggerimento più prezioso di Collodi sulla questione: ogni volta che agiamo sui bambini lo stiamo facendo come un uomo di burro o un grillo parlante? E ancora: quello che proviene dai nostri video schermi assomiglia tanto alle promesse dell’uomo di burro o a quelle della Fata dai capelli turchini?

La nuova tecnologia è certamente uno strumento estremamente utile, ma siamo sempre noi a manipolarla, o a volte siamo noi ad essere manipolati attraverso di lei? Non dobbiamo mai smettere di riflettere, perché è questo che può fare di noi dei burattini o delle persone vere.